Counselor chi è e cosa fa: un aiuto per affrontare i problemi

Mi sono ritrovata più volte, parlando con le persone, a dire “Sto studiando per diventare counselor” e devo ammettere che sebbene all’inizio fossi sicura che la maggior parte mi avrebbero detto: “Ma cosa significa counselor?”, ad oggi ho notato che si sta creando una consapevolezza sempre maggiore su cosa rappresenta questa nuova figura.

Se sei incuriosit@ dalla parola counselor, sei nella pagina giusta perché oggi voglio descrivere più al dettaglio chi è e cosa fa un counselor, perché è esattamente quello che faccio io.

Counselor chi è

Il counselor è un professionista che ha seguito una formazione triennale presso una scuola in grado di rilasciare un attestato certificato di counseling (qua sotto puoi vedere il mio); è quindi una persona con conoscenze tecniche e addestrato a fornire aiuto ad altre persone in situazioni di crisi, in momenti di instabilità o quando si sente di aver bisogno di qualche aiuto che in genere è circostanziale.

“Il Counseling è una professione in grado di favorire lo sviluppo delle potenzialità, qualità e risorse di individui, gruppi e organizzazioni.”
(definizione di Counseling approvata dall’Assemblea Nazionale FAIP Counseling il 18 aprile 2013)

Una cosa molto importante da sottolineare è che il counselor non è in grado di occuparsi di quelle che chiamiamo psicopatologie o malattie psichiche: la sua formazione lo rende capace, se individua qualche patologia, di poter e di dover indirizzare il proprio cliente ad una consulenza con un professionista adeguato.

Approcci del counselor

Possiamo considerare due approcci principali nelle scuole di formazione per diventare counselor: uno, quello dell’approccio focalizzato sulla persona e l’altro più sistemico.

Per quanto riguarda il primo, vediamo Carl Rogers come uno dei suoi pionieri: egli riteneva che non importasse quanto siano ferite le persone, ognuna è comunque in grado di trovare la propria strada per migliorare; in questo processo di guarigione e miglioramento è però essenziale che il counselor mantenga tre atteggiamenti di base:

  • Autenticità: si riferisce a “essere ciò che si è”, senza paura né indossando maschere, mettendo ciò che siamo veramente al servizio di quella relazione.
  • Accettazione incondizionata: si riferisce a “accettare l’altro così com’è”, senza pretendere di cambiarlo, tenendo conto dei suoi atteggiamenti, delle sue esperienze e soprattutto dei suoi sentimenti.
  • Empatia: si riferisce a “capire l’esperienza dell’altro”, cosa sente dietro le sue parole e i suoi pensieri.

Una parte molto importante di questo modello è considerare che gli individui hanno una tendenza innata a sviluppare le loro potenzialità per conservarle o migliorarle; non solo per soddisfare esigenze di base, ma anche per svolgere attività che sviluppano la loro autonomia. La persona deve essere coinvolta come un tutt’uno per raggiungere quella tendenza che comprende la riduzione della tensione e la generazione di una crescita.

Questo approccio “umanistico centrato sulla persona” ha i suoi fondamenti nella Filosofia Esistenziale, la Psicologia Umanistica, la Sociologia e l’Antropologia e considera l’uomo come un essere libero e responsabile per rielaborare esperienze passate e affrontare in modo più adeguato il momento presente.

Dall’altro lato, l’approccio sistemico del Counseling è un modo di considerare la problematica dell’essere umano concependo l’individuo in funzione della sua interazione con l’ambiente. Un essere umano è ad esempio inserito nella famiglia, che appartiene ad un sistema sociale e si colloca anche in altri sistemi come quello scolastico, quello lavorativo, quello di coppia, ecc. Pertanto, per concettualizzare il comportamento umano, dobbiamo vedere l’individuo come in una rete inseparabile dagli altri. Le sue percezioni, gli atteggiamenti, le decisioni, i comportamenti, i sentimenti e persino la sua salute fisica, sono legati alle sue interazioni con le altre persone.

Questo approccio trae origine da molteplici teorie, delle quali possiamo citare la “Teoria generale dei sistemi”, la “Cibernetica”, la “Teoria della comunicazione umana” e il “Costruttivismo”. La sua pratica ha portato all’applicazione di processi brevi, familiari e alla soluzione di conflitti puntuali che possono essere risolti in modo efficace in tempi relativamente ridotti.

Mi interessa molto evidenziare alcuni aspetti rispetto alla nostra tendenza umana di “isolare” e “difendere” le teorie confrontandole con altre teorie, per dimostrarne la maggiore efficacia. È meglio l’approccio sistemico o quello alla persona? È meglio un counselor o uno psicologo? Dovremmo probabilmente smettere di ragione in termini competitivi ed “esclusivi” e considerare semplicemente quale tecnica può essere la più adatta a noi e rispetto al problema che stiamo vivendo.

Per approfondire ho scritto anche:

Counseling: definizione, applicazioni e obiettivi

Tecniche diverse al servizio del benessere

Dal mio punto di vista si può osservare un’integrazione tra counseling e psicologia, poiché entrambe si occupano del regno psichico. Lo psicologo e lo psicoanalista hanno maggiori conoscenze tecniche nel trattamento di patologie come le neurosi o le psicosi, mentre il counselor può “aiutare” a svelare situazioni che portano un soggetto ad uno stato di angoscia passeggera. Alcuni definiscono tali situazioni con i termini “aiuto” o “cura” a seconda che si tratti di una o dell’altra disciplina.

Apprezzo anche la sana integrazione della teoria sistemica e dell’approccio centrato sulla persona. Poter essere congruente o autentico, accettando l’altro e comprendendo i suoi sentimenti mentre lo si percepisce come parte di sistemi che lo contengono, è una combinazione che include la somma delle variabili che compongono la vita dell’individuo, fornendo una panoramica più completa per la comprensione del disagio vissuto.

Siamo soggetti singolari, ma indissolubilmente legati al sistema a cui apparteniamo (la famiglia prima di tutto). Capire che tale relazione è anche sistemica, aprirà le porte a una nuova consapevolezza e nuovi approcci nella realtà di ciascuno. Se poi possiamo donare a chi viene da noi l’autenticità, l’empatia e l’accettazione della sua realtà e dei suoi sentimenti, si genererà un’atmosfera di comprensione che favorirà il rapporto e quindi i risultati del motivo della consulta.

Lasciami un feedback nei commenti o se hai una domanda sarò contenta di risponderti.

Spero che l’articolo ti abbia aiutato a capire chi è e cosa fa un counselor.

Se ti va di cominciare insieme un percorso di counseling, scrivimi subito!

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