Cosa vuol dire meditare? Ogni giorno sono sempre più le persone che si aggiungono a questa meravigliosa pratica, ma esattamente in che cosa consiste e a cosa serve la meditazione?
Un modo di rilassarci, di incontrare noi stessi, di gestire le emozioni e aumentare la nostra consapevolezza: sono solo alcuni degli effetti di questa pratica così variegata che oggi voglio approfondire con voi.
Indice:
Origini della meditazione
Possiamo capire meglio cosa vuol dire meditare, ripercorrendo brevemente le origini di questa pratica. Alcuni potrebbero legare la meditazione ad una religione, ma come vedremo è una pratica che si può adattare a persone di qualsiasi credo. La meditazione secondo i ritrovamenti archeologici conosciuti risale all’India e secondo alcuni studiosi comparve circa tra il nono e l’ottavo secolo a.C. in alcuni testi religiosi, successivamente fu individuata la sua comparsa anche nella cultura cinese.
La pratica della meditazione poi si è diffusa ad altre culture, attraverso il sentiero di seta, influenzando così altre religioni come l’ebraismo. Più tardi nel III secolo, Plotino, considerato un filosofo greco antico di rilievo, dopo aver trascorso molto tempo investigando gli insegnamenti di saggi indiani e persiani, sviluppò delle tecniche meditative che non furono facilmente integrate nella fede cristiana.
Un monaco giapponese, Dosho, di ritorno da una visita in Cina nel 653, introdotto alla pratica della meditazione, aprì il primo corridoio per la sua diffusione in Giappone che ebbe una spinta importante dall’VIII secolo in avanti.
Nel Medioevo, la pratica della meditazione crebbe e divenne presente in molte tradizioni religiose come forma di preghiera. Nel XVIII secolo, gli antichi insegnamenti della meditazione cominciarono a diffondersi tra la popolazione di culture occidentali.
Nel 1927, il “libro tibetano dei morti” venne pubblicato attirando l’attenzione degli occidentali e suscitando interesse per questa pratica. Questo fu seguito dal movimento dei Vipassana, o la meditazione del discernimento, che iniziò in Birmania negli anni 50.
In 1979 venne creato il programma di riduzione dello stress basato sulla Mindfulness (MBSR) negli Stati Uniti, che prevedeva l’uso di tecniche meditative nei programmi di trattamento per i pazienti con malattie croniche.
La meditazione è diventata poi sempre più comune, tanto che un’indagine topografica ha registrato nel 2007 che quasi 1 americano su 10 ha meditato. Oggi la meditazione svolge un ruolo fondamentale in molte tradizioni e rituali religiosi, oltre a essere di aiuto per gestire la tensione e favorire il benessere generale.
Cosa vuol dire meditare
Nella sua essenza, la meditazione è un esercizio mentale con il quale, attraverso l’attenzione, addestriamo la nostra mente per portarla ad uno stato di pace, calma e serenità interiore.
Non si tratta di qualcosa di immediato, è un percorso che richiede pazienza e costanza; un esercizio interiore, che talvolta può essere semplice da eseguire, in altri casi richiede la presenza di una guida.
Nella sezione del mio sito dedicata alle meditazioni, ne troverai alcune semplici che puoi eseguire tranquillamente a casa tua in modo da poter cominciare subito con qualcosa che ti aiuti nel ritrovare calma e benessere o prendere comunque degli spunti per farlo.
La nostra mente è costantemente attiva, giorno e notte, elaborando continuamente una moltitudine di pensieri per ogni momento della nostra vita, pensieri di ogni tipo (positivi e negativi), emozioni o esperienze del passato, di possibili situazioni future che non si sono ancora verificate o che potrebbero addirittura non svolgersi, di dialoghi immaginari con noi stessi, o con persone del nostro ambiente che potrebbero o non potrebbero mai esistere. Tutti questi pensieri possono portare ad uno stato emotivo sgradevole, arrivando in alcuni casi anche a sfociare in angoscia, ansia o addirittura depressione.
“Preoccupato per una singola foglia non vedrai l’albero.” Vagabond.
Per questo, la meditazione è un esercizio potente: il suo scopo è di calmare e portare pace alla nostra mente, eliminando o comunque aiutandoci a gestire meglio tutte queste preoccupazioni, permettendoci così di godere di uno stato di pace interiore che ci porti a un senso di vera felicità dalla calma. Se pensiamo a cosa vuol dire meditare dobbiamo dunque considerare molti elementi che uniti contribuiscono a creare un stato meditativo.
Il verbo “meditare” è usato spesso nel linguaggio comune: avete mai sentito qualcuno dire “medita su ciò che hai fatto”? Già da qui possiamo intuire come “meditare” riporti ad uno stato interiore dove le nostre azioni acquisiscono una certa consapevolezza dopo un’attenzione “attiva”da parte nostra.
La meditazione: un cambio dall’interno all’esterno
In generale, controllare la nostra mente è una cosa che ci è piuttosto difficile, perché nel corso della giornata possiamo avere più di 60.000 pensieri, il che ci genera uno stato di continua instabilità e vulnerabilità.
Per fare una metafora di quello che succede nella nostra mente, potremmo paragonarla a un barattolo di vetro pieno di acqua e brillantini: immaginiamo di scuoterlo, il risultato alla vista sarebbero migliaia di punti di brillantezza che si muovono all’interno, che rappresentano i mille pensieri che vanno e vengono dalla nostra mente in modo costante, ostacolandoci nel goderci il presente attraverso una mente calma.
“La pace viene dall’interno. Non cercare fuori.” Siddhārtha Gautamá, Buddha.
Attraverso una pratica quotidiana creaiamo uno spazio dentro di noi in cui generiamo una maggiore chiarezza mentale: questo ci permette di controllare la nostra mente indipendentemente dall’ambiente o dai fattori esterni, perché non si tratta di eliminare i pensieri, ma di essere consapevoli di ciascuno di questi, osservarli, e da lì poter trasformarli, cambiando così anche le nostre vite, vivendo una piena connessione con noi stessi.
Quini cosa vuol dire meditare? Vuol dire contribuire a realizzare un vero cambiamento nelle nostre vite attraverso una trasformazione interiore. Non si tratta di cambiare il tuo ambiente o le tue circostanze esterne, perché questo è qualcosa che sfugge al nostro controllo, anche se a volte leghiamo la nostra felicità a elementi esterni: una promozione al lavoro, un cambio di casa, una nuova auto, risolvere una situazione personale che ci angoscia, pensando che quando raggiungeremo questo obiettivo avremo già raggiunto il cambiamento.
“La vera fonte della felicità è dentro di noi”
È vero che risolvere alcune situazioni esterne ci può aiutare a liberarci da certe tensioni o ansie, ma per ottenere il cambiamento reale, questo deve venire dal nostro interno, dai pensieri che generiamo di fronte a queste situazioni affinché siano questi che trasformiamo e non i fattori esterni.
Tecniche meditative
Molte persone, quando visualizzano la meditazione, immaginano una persona sul pavimento con le gambe incrociate, gli occhi chiusi e le dita delle mani in posizione Mudra. Sicuramente questo è un modo di meditare ma sarebbe un errore credere che sia l’unico, in base alla meditazione infatti si possono assumere molte diverse posizioni (distesi, seduti etc etc). Vediamo alcune tecniche per capire meglio cosa vuol dire meditare.
Meditazione Sonora Primordiale
È una tecnica di meditazione basata su mantra, radicata nella tradizione vedica dell’India. Un mantra è una frase che ripetuta ci aiuta a raggiungere uno stato di relax. I mantra non sono frasi a caso, ma sono suoni sacri che i saggi dell’antichità utilizzavano per la loro pratica meditativa, perché possiedono un grande potere di armonizzazione.
Meditazione Vipassana
È spesso conosciuta come meditazione dell’insight e permette di vedere le cose come realmente sono. È anche una pratica di meditazione buddista tradizionale, che si impiega molto in occidente grazie al Mindfulness. Questo tipo di meditazione enfatizza la coscienza della respirazione, sintonizzando l’aria che entra ed esce attraverso il naso. Si concentra anche sull’etichettare pensieri ed esperienze man mano che emergono. Ogni volta che si identifica un pensiero o un’emozione, è necessario definirlo e lasciarlo passare con un atteggiamento non giudicante. Ci sono diversi tipi di meditazione Vipassana che si sono evoluti dallo stile tradizionale nel corso degli anni.
Meditazione Zazen (Zen)
La traduzione della parola giapponese “Zazen” significa la meditazione seduta”. Anche se questo tipo di meditazione si concentra sulla respirazione e sull’osservare i pensieri e le esperienze che passano attraverso la mente e nell’osservare le esperienze dell’ambiente, come avviene nella meditazione Vipassana, ci sono alcune differenze tra i due tipi di meditazione. Una differenza pratica principale è che nella meditazione Zen, l’enfasi della respirazione è nel ventre, piuttosto che nel naso (come in Vipassana). Un’altra grande differenza è che la postura è molto più rigida nella meditazione Zen che nella Vipassana, con un’attenzione speciale sulla colonna diritta, il mento piegato e le mani poste in una posizione speciale sul ventre. Nella meditazione Zazen, gli occhi devono sempre essere aperti, con uno sguardo basso, e in Vipassana, non ci sono regole rigide per lo sguardo, anche se è consuetudine tenere gli occhi chiusi. La meditazione Zen è consigliata per quelle persone che hanno già esperienza precedente con la pratica meditativa.
Ho voluto farvi questi esempi sopra (ricordate che ci sono altre tecniche) per tenere conto che alcun meditazioni non sono semplici e intuitive, che la loro pratica è meglio se effettuata con una guida o un maestro.
Con la parola meditazione oggi si intendono anche per esempio in maniera generica preghiere, canti, visualizzazioni o l’uso di determinate affermazioni o musiche. Tali meditazioni sono più semplici e praticabili facilmente da tutti a casa propria, cosa vuol dire meditare in questo senso?
Vediamo insieme qualche esempio.
Meditazione con visualizzazione
Utilizza la nostra immaginazione per portare la mente a visualizzare un oggetto, scena o elemento con lo scopo di ottenere ancora più relax. Le immagini possono variare, spesso si evocano raggi di luce di certi colori che variano a seconda dello scopo che si ha.
Affermazioni
Spesso combinano rilassamento e visualizzazione di immagini e il loro scopo è quello di dare un messaggio alla nostra mente. Sia per evocare un’emozione positiva, sviluppare una qualità o capacità nella mente o fornire sentimenti di sicurezza. Questo tipo di meditazione unita alla visualizzazione è personalmente quella che preferisco, con cui sento più affinità.
Meditazione con toni binaurali
Nel 1830 il fisico Heinrich Wilhelm Dove scoprì che quando si presentavano due segnali di frequenze diverse separatamente, uno in ogni orecchio, il cervello rileva la variazione tra di loro e cerca di conciliare la differenza, generando una terza onda. Questi tipi di audio sono utilizzati per stimolare le onde alfa nel cervello, perché queste sono associate con i primi stati di meditazione.
Cosa vuol dire meditare oggi dunque? Abbiamo visto come le tecniche di meditazione siano davvero molte, oggi abbiamo quindi la possibilità di scegliere quale meditazione fra le tante sia la più adatta a noi.
Meditare per me è un atto che permette di avere più calma, equilibrio e più consapevolezza del proprio mondo interiore, consentendoci anche di stimolare positivamente la nostra mente, fino a diventare un’attitudine che si pratica quotidianamente portando attenzione in ogni nostro pensiero, parola e gesto: uno dei segni che la meditazione ha effetto è un cambiamento nella nostra quotidianità, un miglioramento nel rapporto con noi stessi e con gli latri, una maggiore apertura e più compassione per esempio.
Potreste infatti incappare in meditazioni in cui potreste non sentirvi a vostro agio tuttavia con la grande varietà di fonti di cui oggi disponiamo, avete l’opportunità di praticarne diverse e poter sperimentare quali sono le migliori per voi. Io personalmente mi trovo in sintonia con l’utilizzo di un certo tipo di affermazioni, dichiarazioni, visualizzazioni e musiche, mentre mi sento meno a mio agio nel recitare mantra (che una volta recitavo ma poi ho conosciuto altre tecniche con cui mi sono sentita più a mio agio).
Ho approfondito qui come creare affermazioni positive e potenzianti.
Un altro lavoro che ho elaborato personalmente sono le affermazioni per la gravidanza e la maternità: https://www.donnatomica.com/affermazioni-positive-gravidanza-maternita/. Trovi sia l’articolo che il video!
Datevi sempre un tempo di osservazione per sperimentare se il disagio che può eventualmente manifestarsi sia una resistenza o meno, infatti spesso il nostro Ego elabora strategie di resistenza al cambio o alla caduta di determinati schemi mentali.
Vi auguro quindi buon lavoro!